mercoledì 27 maggio 2009

Tabarka - La Galite - Teulada

Decidiamo di partire da Tabarka lunedì 25. Direzione La Galite e poi porto Teulada.
Alle 9,30 vado alla Polizia per le pratiche di uscita dalla Tunisia. Sono in tre intorno ai nostri passaporti. Guardano, scrivono, passano al computer e dopo 45 minuti mettono i timbri e mi dicono di andare alla Dogana. Il doganiere è più rapido e finalmente alle 10,45 possiamo lasciare il porto di Tabarka. Il meteo ci propone vento da sud-est di 15/20 nodi. Per ora invece mare piatto e calma di vento, ma il vento verrà perchè si vede già, a oltre 30 miglia, il profilo de La Galite. La traina è in acqua, prenderemo finalmente qualcosa? Alle 11,30 arriva il vento. Subito 18/20 nodi, ma da ovest sud-ovest (le previsioni dicevano sud-est...) Va bene, il sole si vela un poco e la temperatura rinfresca. All'una il vento si stabilizza da ovest sui 13/15 nodi. Se rimane così, va bene. Alle 3 invece, a 6 miglia da La Galite, il vento gira a nord e cala a 8 nodi. proprio in faccia. La traina non da segni, niente pesci. Arriviamo all'isola alle 4 e, senza fermarci, la circumnavighiamo a bassa velocità in caccia di ricciole o dentici (qui si prende sempre qualcosa...). Finiamo il giro alle 5 con un sacco pieno di pive (le famose "pive nel sacco")! Caliamo l'ancora nella baia dove un tempo c'era un mini porticciolo, poi distrutto da una mareggiata. All'ancora, vicino a noi, tre pescherecci tunisini che passeranno la notte qui. In serata ne arrivano altri, alla fine saremo una decina. Viene anche una vedetta della Garde Nationale Tunisina che si avvicina per chiacchierare con noi. Ci muoveremo verso le 4, alle prime luci dell'alba, per arrivare in Sardegna a porto Teulada verso le 6 del pomeriggio. Il meteo prevede poco vento di direzione variabile tendente, in serata, a venire da nord-ovest e rinforzare fino a 20 nodi. All'alba delle 4,15 rincoglioniti da una notte con maretta, facciamo il caffè, poi strumenti accesi, motore e salpiamo l'ancora. Lasciamo il canale tra La Galite e il Galiton de l'ouest alle 4,45. Onda e vento da ovest 15 nodi. Il cielo è coperto e non fa caldo. Si presenta una lunga traversata bruttina. Condizioni non ideali per pescare, comunque traina in acqua e andiamo. Alle 9, dopo una trentina di miglia, il mulinello suona! Grande strattone e poi più niente. Tiro su e un amo del rapala è piegato. Allora qualcosa in giro c'è... Cambio amo e rimetto. Dopo 5 minuti, replay. Altro amo piegato! Che palle! Rimetto giù, altri 10 minuti e altro strattone. Questa volta non si sgancia. Con prudenza tiro su e portiamo a bordo il primo pesce di quest'anno. Tonno Alalunga (il più buono) di 8 kg. Era ora! Decidiamo di non rimettere la traina, l'Alalunga basta e avanza. Il vento resta da ovest e sale da 15 a 20 nodi. L'onda cresce (siamo in pieno canale di Sardegna) e si balla parecchio. La giornata passa così, senza varianti, piuttosto noiosa. A 20 miglia da Teulada arriva il maestrale, nord-ovest 23/25 nodi. Quasi in faccia, con onde belle alte. Ci aspettano 3/4 ore mica piacevoli. Finalmente alle 5 siamo a ridosso di Capo Teulada. Non c'è più onda e gli ultimi tre quarti d'ora il maestrale soffia a 28 nodi. Poco prima delle 6 entriamo, con piacere, a Porto Teulada. Ci eravamo stati 3 anni fà, è proprio un bel posto e contiamo di fermarci qui 3 o 4 giorni per poi andare a Cagliari dove contiamo di restare tutto giugno.

lunedì 18 maggio 2009

da Bizerta a Tabarka

Cinque notti e quattro giorni a Bizerta. Il maestrale ha soffiato forte fino a ieri mattina poi si è pian piano calmato. In questi giorni abbiamo seguito il meteo. E' stato preciso. Da questa mattina, lunedì, è prevista alta pressione, mare calmo e tempo bello. Partiamo quindi alle 7,20, un pò dispiaciuti perchè abbiamo perso, in questi giorni di vento, un parabordo nel porto di Bizerta. Pazienza. Troviamo il mare piatto, niente vento e quindi motore. Incrociamo qualche piccolo peschereccio e molte reti. Alle 11 siamo al traverso degli scogli " i fratelli". Due rocce a cilindro che escono dal mare, piuttosto belle. Dany legge seduta a prua, così controlla le eventuali reti davanti. Io sono in pozzetto con il computer piccolo a scrivere queste note.
A Bizerta, ieri, abbiamo comperato due biciclette (109 dinari l'una al Monoprix) che ci faranno comodo per gli spostamenti nei porti.
La traina è in acqua, ma niente pesci, per ora. Le ore passano serene e nulla cambia. Verso le 2 e mezza passiamo davanti a Capo Negro, dove c'è una baietta proprio bella che è un pò casa nostra. Due anni fa, infatti, da Tabarka ci siamo andati più volte. Meno di 14 miglia e siamo a Tabarka. Alle 4 e mezza entriamo in porto, C'è qualche barca, come al solito ormeggiata male e quindi forse avremo un ormeggio scomodo. Invece, per fortuna c'è ancora Cherif, il responsabile degli ormeggi. Ci riconosce e ci piazza in un posto comodissimo. Venti dinari di mancia e dopo un quarto d'ora siamo ormeggiati, con il cavo per l'elettricità collegato. Più tardi metteremo il tubo dell'acqua, ma adesso ci vuole un pò di riposo.

giovedì 14 maggio 2009

da Kelibia a Bizerta


13 mattina, lasciamo il porto di Kelibia alle 8,30. Ieri pomeriggio, appena arrivati, ci siamo confrontati con la burocrazia tunisina. Polizia, visita doganale, moduli da riempire ecc. ecc. Cena in barca, collegamento internet per vedere la posta e il meteo e poi una notte tranquilla. La prossima tappa è Bizerta, quindi rotta sul mitico Cap Bon, che doppiamo alle 11. Le carte nautiche segnalano parecchi relitti di navi affondate, segno che la fama di Capo tosto è vera. Noi invece abbiamo poco vento in poppa, da sud-est (8-10 nodi) e onda media. Appena passato Cap Bon, bello e imponente, il vento rinforza sui 20 nodi con raffiche a 28-30. E' normale, in prossimità dei capi è quasi sempre così. Dopo il capo, sulla costa alla nostra sinistra, vediamo almeno 60 pale eoliche che girano tranquillamente per produrre energia elettrica. Invece noi (Italia) facciamo il nucleare... Andiamo avanti che è meglio. L'ecoscandaglio ci segnala il passaggio di molti pesci, ma la traina non acchiappa...speriamo. Passiamo vicino all'isola El Kebir, deserta. Vento da sud, stabile sui 22-24 nodi. Direzione Cap Farina, a 26 miglia, dove arriviamo alle 4 del pomeriggio. Il mare si è spianato un poco e la navigazione è veramente piacevole. Rotta verso ponente. Stiamo andando verso il tramonto che si annuncia spettacolare. Avrà un significato? Superato il porticciolo di Ras Zebib, quando abbiamo fatto 66 miglia e ne mancano solo 8 per Bizerta, lo scirocco che, con alti e bassi ci ha accompagnato tutto il giorno, rinforza improvvisamente a 30-32 nodi con rafficoni a 38. Non era previsto. E' bello tosto. Riduciamo molto la superficie velica esposta (grande lode a chi ha inventato il rollafiocco e il rollaranda) e in un'ora siamo dentro al grande porto di Bizerta. Un ormeggiatore ci chiama e ci fa attraccare in un posto che non mi piace. E' turco e non parla francese e fargli capire che voglio un posto più tranquillo è difficile. Alla fine ci riesco e, dopo aver cambiato posto, belli cotti dal sole e dalla stanchezza andiamo a cena al ristorante sul porto a 50 metri dalla barca. La guida turistica segnala che si mangia bene. E' vero. Un pò caro per essere in Tunisia, ma per noi meno di una birra e una pizza. Da quando siamo partiti da Monastir abbiamo fatto circa 200 miglia e non abbiamo preso neanche una sardina. Siamo sotto media. A quando il primo pesce quest'anno?

martedì 12 maggio 2009

da Pantelleria a Kelibia

Martedì 12 maggio, lasciamo Pantelleria, con rammarico, alle 8 del mattino. Siamo rimasti tre giorni sull'isola e il viaggio deve continuare.
Pantelleria è bellissima, selvaggia al punto giusto.
Sabato mattina abbiamo avuto la bella sorpresa di veder arrivare, proprio all'ormeggio di fianco a noi, Alain e Nadine, una allegra coppia di francesi conosciuti quest'inverno in Tunisia.
Ci eravamo salutati a Monastir, noi diretti a Pantelleria poi Kelibia, Tabarka e infine Cagliari, loro Lampedusa, Malta, Agrigento poi Grecia.
Hanno cambiato la prima tappa, allungando il percorso, per venire a Pantelleria per stare ancora qualche giorno con noi. Che belle persone si incontrano nei porti!
Domenica mattina, insieme, abbiamo affittato una Panda e fatto il giro dell'isola. Nere rocce laviche che disegnano una costa affascinante e poi, verso sud, il monte più alto dell'isola, più di 800 metri.
Boschi di conifere, simil-Svizzera. Bello bello. Questa mattina alle 6 loro sono partiti verso Sciacca, e noi, due ore dopo, verso Kelibia. 40 miglia*.
Sole, aria frizzante da sud-est (10-11 nodi*), non c'è una nuvola. Invece c'è un pò di mare, segno che ieri c'è stato vento. Con randa* e genoa*, al lasco*, andiamo sui 4 nodi. Piano.
Con un poco di motore, in aiuto alle vele, saliamo a 6 nodi e inoltre ricarichiamo le batterie e si scalda l'acqua nel boiler per una bella doccia più tardi. Bene così.
Verso le 11 parecchie nuvole bianche a tratti ci coprono il sole e fa subito fresco. Il vento, sempre da sud-est, rinforza a 16-18 nodi, di conseguenza onde più alte, ma si naviga bene, in tutta tranquillità.
A 16 miglia da Kelibia vediamo molti pescherecci. La nostra traina è in acqua, ma niente pesci. Quest'anno comincia male per la pesca!
C'è un poco di foschia e poi vediamo la collina di Kelibia. Siamo a 13 miglia. All'una le nuvole se ne sono andate tutte. Sole pieno e la Tunisia è lì, a poco più di 6 miglia.
Entriamo in porto alle due. C'è posto a fianco di una barca di francesi come la nostra. Ormeggio e poi le consuete lunghe pratiche di ingresso in Tunisia alla polizia e alla dogana.
Alle 4 finalmente doccia.

Per chi non conosce alcuni termini marinari:
miglio = 1852 metri

nodo = indica la velocità, un nodo uguale un miglio in un'ora
randa = la vela grande dietro l'albero

genoa = la vela grande davanti all'albero

lasco = andatura portante, il vento viene da tre quarti dietro

sabato 9 maggio 2009

da Monastir a Pantelleria

Usciti dal marina di Monastir alle 5,45 del mattino di venerdì 8 maggio.
Rotta (40°) su Pantelleria (84 miglia). Poco vento da sud-est (5 nodi) poi durante la giornata sale un pochino (7-8 nodi). Abbiamo tirato fuori la randa, ma di andare a vela non se ne parla, troppo poco vento. Quindi motore a 2400 giri e velocità 7,2-7,6 nodi.
Sole, caldo, mare quasi calmo. Una bellissima giornata per riprendere a navigare dopo un inverno a mangiar pesce e riposare a Monastir.
Verso mezzogiorno, a metà strada, abbiamo incontrato cinque pescherecci tunisini, tutti nella stessa zona. Evidentemente c'è un passaggio di tonni. Noi niente. La traina è in acqua, come al solito. Vedremo.
Arriviamo al porto di Pantelleria alle 17,15. Non abbiamo pescato niente, anzi si, tre buste di plastica... Ce ne sono dovunque, anche in alto mare. Siamo proprio una generazione di animali autolesionisti!
Cerchiamo un posto nel porto vecchio. Ci sono solo sei barche, tutti stranieri (italiani, popolo di navigatori...), quindi posti comodi e larghi. Sul molo, colonnine per acqua e corrente. Non funzionano, naturalmente! Pare che appena finite abbiamo fatto il collaudo, dopodichè non hanno mai funzionato. Va bene...
C'è un bel tramonto, c'è molta quiete. Mi domando quanto casino deve esserci in agosto...

venerdì 1 maggio 2009

al mercato di Monastir

Da ottobre siamo a Monastir. In tutti questi mesi, salvo una ventina di giorni a Roma per Natale, siamo andati quasi tutti i giorni al mercato per fare la spesa. Si chiama mercato del pesce, in realtà, intorno ai banchi dei pescatori, c’è tutto. Frutta, verdura, polli, tacchini, agnello e anche manzo. Prezzi, per noi europei, incredibili. E la qualità veramente notevole. Il pesce è sempre di giornata - spesso è vivo - frutta e verdura hanno il sapore di una volta. Qualche giorno fa – siamo in primavera inoltrata – una bella sorpresa. Fuori dal mercato alcuni banchi erano colmi di fiori. Colori e profumi magnifici. Fiori di arancio, rose e altri, venduti per distillare essenze da usare in pasticceria. Proprio bello. Entrando al mercato, quantità enormi di fragole. Un dinaro e mezzo al kilo – meno di 85 centesimi di euro – e … sapore di fragola! Sui banchi del pesce in questo periodo ci sono tonni rossi e pinna gialla in quantità, scorfani enormi, rane pescatrici (coda di rospo), pesce s.pietro, calamari, seppie, sardine, sgombri, cernie, orate, saraghi e spigole – questi ultimi tre, a giudicare dalla taglia, sembrano essere di allevamento – tutto a prezzi che vanno da 2 a 15 dinari al kilo. I nostri preferiti sono la coda di rospo e il s.pietro, 6 dinari al kilo la prima, 9 il secondo (rispettivamente 3,30 e 5 euro). Ci serviamo sempre dallo stesso venditore. Bravo e veloce, ci pulisce la coda benissimo e ci prepara i filetti di s.pietro in maniera impeccabile. In definitiva, mangiando pesce freschissimo e di qualità quasi tutti i giorni – ogni tanto, per variare, pollo o tacchino -, verdura e frutta, spendiamo, in due, mediamente 20 dinari (11 euro).
Non male...