venerdì 27 novembre 2009
Kerkennah
Dal 12 ottobre siamo qui a Monastir. La settimana scorsa siamo andati a visitare le isole Kerkennah. Due isole piatte a poche miglia da Sfax (secondo porto commerciale della Tunisia), collegate tra loro da una stretta lingua di sabbia e un piccolo ponte. Con una coppia di milanesi che passano l'inverno qui, come noi, abbiamo affittato un'auto per tre giorni (70 euro). Ci hanno consegnato una comoda Clio nuova nuova alle 9 del mattino direttamente qui al marina. Circa 140 km. di strada verso sud e siamo arrivati a Sfax. Una breve visita alla Medina, e dopo un piatto di chawarma (kebab) ci siamo imbarcati con l'auto sul traghetto. 70 minuti di mare (4 biglietti + auto: totale 3,5 euro!) e sbarco sull'isola Gharbi, la più piccola delle due. Una decina di km. e all'inizio dell'isola Chergui, a sinistra, l'hotel Cercina. Stanza con porta sulla spiaggia e vista tramonto (a 15 euro compresa colazione), niente male! Per cena, al ristorante dell'albergo, polpo in salsa, specialità delle isole, buonissimo. La mattina, dopo la colazione in riva al mare, 20 km. di isola e visita al porto di pesca di El Attaya. I fondali intorno alle isole sono molto bassi e per entrare in porto, dove le barche a vela degli europei sono assolutamente ben accolte, è stato scavato un canale segnalato da mede. Il responsabile del porto, un signore tunisino estremamente gentile, ci ha accompagnato nella visita e ci ha regalato due piccoli vasi che i pescatori usano per prendere i polpi. Ci aspetta, quando vorremo, con la nostra barca. Ci andremo certamente qualche giorno con la barca, il posto è bello, autentico e tranquillo. Lì vicino abbiamo pranzato praticamente sulla spiaggia con un bel sole caldo e con la "isoletta des oiseau" appena di fronte a noi. Le piccole barche dei pescatori, tutte rigorosamente a vela (feluche), rientravano a casa davanti a noi. Bello. Nel pomeriggio, rientrando verso il traghetto, ci siamo fermati alle saline. Sapevamo che il sale delle Kerkennah è famoso e abbiamo chiesto, nell'azienda dove insaccano il sale, se era possibile acquistarne un poco. Ci hanno regalato due sacchi di almeno 15 kg. l'uno. Non c'è stato verso di pagare. Alle 16 è arrivato il traghetto e, sbarcati a Sfax abbiamo trovato un buon albergo in centro. La mattina seguente, sulla strada del ritorno, abbiamo deviato verso Madhia dove sapevamo che il venerdì c'è un grande suk (mercato) e dove, l'anno scorso, avevamo mangiato al ristorante Neptune calamari ripieni spettacolosi. Visita al suk e bis di calamari, altrettanto buoni. Intorno alle 18, consegnata l'auto al marina, siamo saliti in barca soddisfatti del nostro giro alle Kerkennah.
domenica 18 ottobre 2009
Quattro mesi...
Sono passati quasi quattro mesi dall'ultimo racconto... Pigrizia? Un sacco di cose da fare? La verità è che il tempo passa troppo in fretta! Comunque eccomi qui a raccontare come sono passati questi mesi. Eravamo rimasti all'inizio di luglio, a Tabarka. Le prime tre settimane del mese siamo stati con i nostri ritrovati amici di due anni fa: Ottavio e la sua famiglia, Izio e Liliana. Rodolfo, buono e gentile, non c'è più, stroncato a primavera da una terribile malattia. Una new entry invece ci ha allietato le giornate: il piccolo Riccardo, figlio di Ottavio e Annalisa, da me subito ribattezzato "Strombolicchio". Eh si, un piccolo vulcano in eruzione continua. Siamo usciti in barca per andare a pesca, per fare il bagno, e Strombolicchio ha mostrato un bel piede marino. Promette bene! Venerdì 24 luglio abbiamo lasciato Talitha a Tabarka e siamo andati a Tunisi. La mattina seguente aereo Tunisi-Palermo e nel pomeriggio, al marina di Villa Igea, siamo saliti su un catamarano Lagoon 440 affittato da due coppie di amici storici di Roma. Avevano bisogno di un "comandante" ed è stata una bella settimana in giro per le Eolie con tempo splendido. Tornati sabato 1 agosto abbiamo ripreso la vita tranquilla di Tabarka. Il 9 è arrivato da Roma Paolo (il mio maestro di pesca) e, nei giorni seguenti, uscite intensive a pesca con la sua barca. Ricciole, dentici e una cernia di 15 kg.
Poi sono arrivati Barbara e Giulio, che sono stati in barca con noi quasi due settimane. Con loro, a fine agosto, abbiamo lasciato Tabarka, direzione Bizerte. Tappa di 65 miglia con un bel sole e mare quasi calmo. A Bizerte una sorpresa: il porto è chiuso per lavori (un nuovo marina in costruzione) e quindi ormeggio in rada. Con il canotto scendo a terra e con un sorriso e qualche piccola bugia ottengo ormeggio in banchina per due giorni. Partiti Barbara e Giulio per Tunisi e poi Roma, noi siamo rimasti due giorni a Bizerte. Poi partenza per Kelibia e il giorno seguente direzione Monastir. Mare sempre bello e poco vento. Alla fine di agosto siamo quindi arrivati a Monastir. Abbiamo ritrovato il nostro "ponton 6" e l'aria di "casa". Aereo per Roma l'11 settembre, da Monastir (in estate c'è un diretto Monastir-Roma della Tunisair, comodissimo). Un mese abbondante a casa a fare lavori di falegnameria promessi a Veronica e Emanuel (i nostri figli) nelle loro rispettive case e ritorno alla "casa-barca" a Monastir il 12 ottobre. Torneremo a Roma, inchallà,verso metà dicembre, per passare Natale con i figli.
Poi sono arrivati Barbara e Giulio, che sono stati in barca con noi quasi due settimane. Con loro, a fine agosto, abbiamo lasciato Tabarka, direzione Bizerte. Tappa di 65 miglia con un bel sole e mare quasi calmo. A Bizerte una sorpresa: il porto è chiuso per lavori (un nuovo marina in costruzione) e quindi ormeggio in rada. Con il canotto scendo a terra e con un sorriso e qualche piccola bugia ottengo ormeggio in banchina per due giorni. Partiti Barbara e Giulio per Tunisi e poi Roma, noi siamo rimasti due giorni a Bizerte. Poi partenza per Kelibia e il giorno seguente direzione Monastir. Mare sempre bello e poco vento. Alla fine di agosto siamo quindi arrivati a Monastir. Abbiamo ritrovato il nostro "ponton 6" e l'aria di "casa". Aereo per Roma l'11 settembre, da Monastir (in estate c'è un diretto Monastir-Roma della Tunisair, comodissimo). Un mese abbondante a casa a fare lavori di falegnameria promessi a Veronica e Emanuel (i nostri figli) nelle loro rispettive case e ritorno alla "casa-barca" a Monastir il 12 ottobre. Torneremo a Roma, inchallà,verso metà dicembre, per passare Natale con i figli.
mercoledì 1 luglio 2009
Sulcis, sud della Sardegna
E' passato poco più di un mese dal nostro arrivo a Teulada e da ieri siamo di nuovo in Tunisia, a Tabarka. Un mese di giugno bello e intenso. Abbiamo fatto un sacco di cose, visto posti molto belli, conosciuto magnifiche persone e frequentato amici cari. Ma andiamo con ordine. Siamo arrivati in Sardegna martedì 26 maggio. Al nuovo porto di Teulada: Su Portu Nou. Così dovrebbero essere tutti i porti. Non troppo grande, pulitissimo, ben progettato, sicuro con qualunque vento, acqua e elettricità, posti barca sempre disponibili, segreteria e marinai efficienti, non troppo caro, la natura intorno bellissima, lo spaccio di un campeggio a due passi per fare la spesa e un servizio navetta per chi vuole andare a Teulada (8 km.). Dopo un paio di giorni, il venerdì, sono venuti da S.Sperate (Cagliari) i nostri cari, carissimi amici Fabio e Pina (più che un amico, Fabio è un fratello). Il maestrale ci ha impedito di uscire in mare e quindi siamo andati a cena in un bellissimo agriturismo non lontano dal porto. Il giorno dopo siamo andati alle dune di sabbia bianca vicino a porto Pino (bellissimo) poi abbiamo conosciuto Antonello e Rosa (lui vicecomandante del poligono militare di Teulada, lei sorella di Pina). Abbiamo cenato a casa loro. Che accoglienza! Sembrava ci conoscessimo da sempre! Uno dei tanti momenti belli vissuti nel nostro mese in Sardegna. La domenica Dany è andata con Pina, in auto, a S.Sperate e con Fabio abbiamo portato la barca a Cagliari (31 miglia). Abbiamo ormeggiato in porto al pontile della Lega Navale (in precedenza Fabio aveva ottenuto, con non poca fatica, un posto barca). Il Doctor, Fabio è veterinario, ci ha lasciato la sua auto a disposizione ed è partito per Roma dove ha l'ambulatorio. Appuntamento a venerdì 5 per organizzare un pranzo sontuoso con maialino sardo a casa di Giulio e Anna (lui attore di teatro e lei altra sorella di Pina) per il giorno seguente. Si, perchè il 6 giugno è il compleanno di nostra figlia Veronica, che è arrivata venerdì sera con il suo Simone, con suo fratello Emanuel e la cara Costanza. Che bello, tutti insieme! Giulio e Anna già li conoscevamo. Inutile dire che siamo stati come a casa nostra. Pranzo e maialino fantastici, poi un giro per S.Sperate per vedere i famosi murales che decorano il paese e per vedere le opere di un grande artista locale: Raffaele Muscas. Quadri affascinanti, una vera sorpresa. Poi un'altra sorpresa. Un altro artista, di cui non ricordo il nome, che lavora grandi massi di pietra con infiniti tagli. E poi le pietre, passandoci sopra le dita, suonano. Veri strumenti musicali. Incredibile! Il giorno dopo Veronica e Simone sono tornati a Roma. Costanza e Emanuel invece sono rimasti due giorni in più e sono partiti martedì. In seguito, settimana tranquilla in giro per Cagliari per conoscere meglio la città e i suoi dintorni. Sabato sera eravamo invitati con Fabio e Pina da Giulio e Anna a una cena a S.Sperate. Un migliaio di persone, sistemate in una lunghissima fila di tavoli per strada. Ogni famiglia ha portato cibi tipici sardi e bevande. Uno spettacolo mai visto! Altra settimana di relax in porto a Cagliari in attesa di Fabio che si era preso una decina di giorni di ferie per navigare con noi lungo la costa sud dell'isola. Il meteo prevedeva per venerdì, giorno di arrivo di Fabio, maestrale in aumento. Abbiamo quindi lasciato Cagliari per Teulada il giovedì. Fabio, con Pina, Elisa (la loro seconda figlia) e Bianca (amichetta di Elisa) sono saliti in barca venerdì sera a Teulada. Maestrale forte, senza tregua, per sei giorni! Addio navigazioni programmate. Abbiamo solo potuto mettere il naso fuori dal porto due volte per ancorarci alla spiaggia di Tuarredda e a porto Zafferano. Che posti! E che acqua, color caraibi! Non potendo navigare, Fabio mi ha portato alla ricerca di un vino della zona, il Carignano, che non conoscevo. Beh, io sono nato a Torino e ho sempre considerato i rossi piemontesi "il meglio". Il Carignano (cantina 6Mura) non ha nulla da invidiare. Poi un giro in auto a S.Antioco e, tocco finale, cena da Rosa e Antonello. Il colonnello ha cucinato per noi un maialino alla brace spet-ta-co-lo-so! La mattina di venerdì 26, Bianca si è svegliata con la febbre e quindi i nostri cari ospiti sono partiti, con nostro dispiacere, per S.Sperate. Visto il maestrale in calo e il meteo abbastanza buono, abbiamo deciso di partire per la Tunisia all'alba del sabato. Fine della splendida vacanza nel Sulcis (così si chiama quella zona del sud Sardegna). Alle 6 rotta per la Galite. Onda al traverso noiosa e vento 10/18 nodi da ovest.
Traina in acqua. A mezzogiorno, a metà strada, il mulinello chiama. Un tonno alalunga di 8 kg. (esattamente come all'andata). Bene. Alle 17,30 arriviamo alla Galite, stanchi delle onde al traverso di un paio di metri che ci hanno fatto ballare per quasi tutto il viaggio. Ci ancoriamo nella cala del vecchio porto da tempo distrutto dal mare e siamo in compagnia. Tre pescherecci, una vedetta della Garde Nationale e un vecchio caccia della Marina Militare tunisina. Il ridosso non è un granchè. Una fastidiosa risacca e raffiche di vento che scendono dal monte per tutta la notte non ci fanno dormire bene. Verso le 6 si annuncia una giornata bellissima. Non c'è una nuvola, il mare è calmo e una leggerissima brezza di direzione variabile ci segnala che il ponente-maestrale è finito. Dany cerca di dormire ancora un poco dopo una notte quasi insonne e io, salpata l'ancora, faccio il giro dell'isola per cercare di prendere un pesce. Niente e quindi direzione Tabarka. Quando manca un'oretta all'arrivo, telefono a Cherif, l'amico ormeggiatore, per farci organizzare un buon posto in porto. Subito dopo, tre tironi fortissimi sul mulinello, poi più niente. Tiro su e non c'è più il terminale con il rapala. Chissà cosa era... un tonno o uno spada, comunque bello grosso. Pazienza. Entriamo in porto verso le 14 e Cherif ci ormeggia dove eravamo il mese scorso. La solita lunga trafila per le pratiche di ingresso in Tunisia e poi i soliti lavoretti. Allaccio del tubo dell'acqua, del filo per la corrente e centratura della parabola per la tv satellitare. Tutto ok. Siamo a Tabarka.
Traina in acqua. A mezzogiorno, a metà strada, il mulinello chiama. Un tonno alalunga di 8 kg. (esattamente come all'andata). Bene. Alle 17,30 arriviamo alla Galite, stanchi delle onde al traverso di un paio di metri che ci hanno fatto ballare per quasi tutto il viaggio. Ci ancoriamo nella cala del vecchio porto da tempo distrutto dal mare e siamo in compagnia. Tre pescherecci, una vedetta della Garde Nationale e un vecchio caccia della Marina Militare tunisina. Il ridosso non è un granchè. Una fastidiosa risacca e raffiche di vento che scendono dal monte per tutta la notte non ci fanno dormire bene. Verso le 6 si annuncia una giornata bellissima. Non c'è una nuvola, il mare è calmo e una leggerissima brezza di direzione variabile ci segnala che il ponente-maestrale è finito. Dany cerca di dormire ancora un poco dopo una notte quasi insonne e io, salpata l'ancora, faccio il giro dell'isola per cercare di prendere un pesce. Niente e quindi direzione Tabarka. Quando manca un'oretta all'arrivo, telefono a Cherif, l'amico ormeggiatore, per farci organizzare un buon posto in porto. Subito dopo, tre tironi fortissimi sul mulinello, poi più niente. Tiro su e non c'è più il terminale con il rapala. Chissà cosa era... un tonno o uno spada, comunque bello grosso. Pazienza. Entriamo in porto verso le 14 e Cherif ci ormeggia dove eravamo il mese scorso. La solita lunga trafila per le pratiche di ingresso in Tunisia e poi i soliti lavoretti. Allaccio del tubo dell'acqua, del filo per la corrente e centratura della parabola per la tv satellitare. Tutto ok. Siamo a Tabarka.
mercoledì 27 maggio 2009
Tabarka - La Galite - Teulada
Decidiamo di partire da Tabarka lunedì 25. Direzione La Galite e poi porto Teulada.
Alle 9,30 vado alla Polizia per le pratiche di uscita dalla Tunisia. Sono in tre intorno ai nostri passaporti. Guardano, scrivono, passano al computer e dopo 45 minuti mettono i timbri e mi dicono di andare alla Dogana. Il doganiere è più rapido e finalmente alle 10,45 possiamo lasciare il porto di Tabarka. Il meteo ci propone vento da sud-est di 15/20 nodi. Per ora invece mare piatto e calma di vento, ma il vento verrà perchè si vede già, a oltre 30 miglia, il profilo de La Galite. La traina è in acqua, prenderemo finalmente qualcosa? Alle 11,30 arriva il vento. Subito 18/20 nodi, ma da ovest sud-ovest (le previsioni dicevano sud-est...) Va bene, il sole si vela un poco e la temperatura rinfresca. All'una il vento si stabilizza da ovest sui 13/15 nodi. Se rimane così, va bene. Alle 3 invece, a 6 miglia da La Galite, il vento gira a nord e cala a 8 nodi. proprio in faccia. La traina non da segni, niente pesci. Arriviamo all'isola alle 4 e, senza fermarci, la circumnavighiamo a bassa velocità in caccia di ricciole o dentici (qui si prende sempre qualcosa...). Finiamo il giro alle 5 con un sacco pieno di pive (le famose "pive nel sacco")! Caliamo l'ancora nella baia dove un tempo c'era un mini porticciolo, poi distrutto da una mareggiata. All'ancora, vicino a noi, tre pescherecci tunisini che passeranno la notte qui. In serata ne arrivano altri, alla fine saremo una decina. Viene anche una vedetta della Garde Nationale Tunisina che si avvicina per chiacchierare con noi. Ci muoveremo verso le 4, alle prime luci dell'alba, per arrivare in Sardegna a porto Teulada verso le 6 del pomeriggio. Il meteo prevede poco vento di direzione variabile tendente, in serata, a venire da nord-ovest e rinforzare fino a 20 nodi. All'alba delle 4,15 rincoglioniti da una notte con maretta, facciamo il caffè, poi strumenti accesi, motore e salpiamo l'ancora. Lasciamo il canale tra La Galite e il Galiton de l'ouest alle 4,45. Onda e vento da ovest 15 nodi. Il cielo è coperto e non fa caldo. Si presenta una lunga traversata bruttina. Condizioni non ideali per pescare, comunque traina in acqua e andiamo. Alle 9, dopo una trentina di miglia, il mulinello suona! Grande strattone e poi più niente. Tiro su e un amo del rapala è piegato. Allora qualcosa in giro c'è... Cambio amo e rimetto. Dopo 5 minuti, replay. Altro amo piegato! Che palle! Rimetto giù, altri 10 minuti e altro strattone. Questa volta non si sgancia. Con prudenza tiro su e portiamo a bordo il primo pesce di quest'anno. Tonno Alalunga (il più buono) di 8 kg. Era ora! Decidiamo di non rimettere la traina, l'Alalunga basta e avanza. Il vento resta da ovest e sale da 15 a 20 nodi. L'onda cresce (siamo in pieno canale di Sardegna) e si balla parecchio. La giornata passa così, senza varianti, piuttosto noiosa. A 20 miglia da Teulada arriva il maestrale, nord-ovest 23/25 nodi. Quasi in faccia, con onde belle alte. Ci aspettano 3/4 ore mica piacevoli. Finalmente alle 5 siamo a ridosso di Capo Teulada. Non c'è più onda e gli ultimi tre quarti d'ora il maestrale soffia a 28 nodi. Poco prima delle 6 entriamo, con piacere, a Porto Teulada. Ci eravamo stati 3 anni fà, è proprio un bel posto e contiamo di fermarci qui 3 o 4 giorni per poi andare a Cagliari dove contiamo di restare tutto giugno.
Alle 9,30 vado alla Polizia per le pratiche di uscita dalla Tunisia. Sono in tre intorno ai nostri passaporti. Guardano, scrivono, passano al computer e dopo 45 minuti mettono i timbri e mi dicono di andare alla Dogana. Il doganiere è più rapido e finalmente alle 10,45 possiamo lasciare il porto di Tabarka. Il meteo ci propone vento da sud-est di 15/20 nodi. Per ora invece mare piatto e calma di vento, ma il vento verrà perchè si vede già, a oltre 30 miglia, il profilo de La Galite. La traina è in acqua, prenderemo finalmente qualcosa? Alle 11,30 arriva il vento. Subito 18/20 nodi, ma da ovest sud-ovest (le previsioni dicevano sud-est...) Va bene, il sole si vela un poco e la temperatura rinfresca. All'una il vento si stabilizza da ovest sui 13/15 nodi. Se rimane così, va bene. Alle 3 invece, a 6 miglia da La Galite, il vento gira a nord e cala a 8 nodi. proprio in faccia. La traina non da segni, niente pesci. Arriviamo all'isola alle 4 e, senza fermarci, la circumnavighiamo a bassa velocità in caccia di ricciole o dentici (qui si prende sempre qualcosa...). Finiamo il giro alle 5 con un sacco pieno di pive (le famose "pive nel sacco")! Caliamo l'ancora nella baia dove un tempo c'era un mini porticciolo, poi distrutto da una mareggiata. All'ancora, vicino a noi, tre pescherecci tunisini che passeranno la notte qui. In serata ne arrivano altri, alla fine saremo una decina. Viene anche una vedetta della Garde Nationale Tunisina che si avvicina per chiacchierare con noi. Ci muoveremo verso le 4, alle prime luci dell'alba, per arrivare in Sardegna a porto Teulada verso le 6 del pomeriggio. Il meteo prevede poco vento di direzione variabile tendente, in serata, a venire da nord-ovest e rinforzare fino a 20 nodi. All'alba delle 4,15 rincoglioniti da una notte con maretta, facciamo il caffè, poi strumenti accesi, motore e salpiamo l'ancora. Lasciamo il canale tra La Galite e il Galiton de l'ouest alle 4,45. Onda e vento da ovest 15 nodi. Il cielo è coperto e non fa caldo. Si presenta una lunga traversata bruttina. Condizioni non ideali per pescare, comunque traina in acqua e andiamo. Alle 9, dopo una trentina di miglia, il mulinello suona! Grande strattone e poi più niente. Tiro su e un amo del rapala è piegato. Allora qualcosa in giro c'è... Cambio amo e rimetto. Dopo 5 minuti, replay. Altro amo piegato! Che palle! Rimetto giù, altri 10 minuti e altro strattone. Questa volta non si sgancia. Con prudenza tiro su e portiamo a bordo il primo pesce di quest'anno. Tonno Alalunga (il più buono) di 8 kg. Era ora! Decidiamo di non rimettere la traina, l'Alalunga basta e avanza. Il vento resta da ovest e sale da 15 a 20 nodi. L'onda cresce (siamo in pieno canale di Sardegna) e si balla parecchio. La giornata passa così, senza varianti, piuttosto noiosa. A 20 miglia da Teulada arriva il maestrale, nord-ovest 23/25 nodi. Quasi in faccia, con onde belle alte. Ci aspettano 3/4 ore mica piacevoli. Finalmente alle 5 siamo a ridosso di Capo Teulada. Non c'è più onda e gli ultimi tre quarti d'ora il maestrale soffia a 28 nodi. Poco prima delle 6 entriamo, con piacere, a Porto Teulada. Ci eravamo stati 3 anni fà, è proprio un bel posto e contiamo di fermarci qui 3 o 4 giorni per poi andare a Cagliari dove contiamo di restare tutto giugno.
lunedì 18 maggio 2009
da Bizerta a Tabarka
Cinque notti e quattro giorni a Bizerta. Il maestrale ha soffiato forte fino a ieri mattina poi si è pian piano calmato. In questi giorni abbiamo seguito il meteo. E' stato preciso. Da questa mattina, lunedì, è prevista alta pressione, mare calmo e tempo bello. Partiamo quindi alle 7,20, un pò dispiaciuti perchè abbiamo perso, in questi giorni di vento, un parabordo nel porto di Bizerta. Pazienza. Troviamo il mare piatto, niente vento e quindi motore. Incrociamo qualche piccolo peschereccio e molte reti. Alle 11 siamo al traverso degli scogli " i fratelli". Due rocce a cilindro che escono dal mare, piuttosto belle. Dany legge seduta a prua, così controlla le eventuali reti davanti. Io sono in pozzetto con il computer piccolo a scrivere queste note.
A Bizerta, ieri, abbiamo comperato due biciclette (109 dinari l'una al Monoprix) che ci faranno comodo per gli spostamenti nei porti.
La traina è in acqua, ma niente pesci, per ora. Le ore passano serene e nulla cambia. Verso le 2 e mezza passiamo davanti a Capo Negro, dove c'è una baietta proprio bella che è un pò casa nostra. Due anni fa, infatti, da Tabarka ci siamo andati più volte. Meno di 14 miglia e siamo a Tabarka. Alle 4 e mezza entriamo in porto, C'è qualche barca, come al solito ormeggiata male e quindi forse avremo un ormeggio scomodo. Invece, per fortuna c'è ancora Cherif, il responsabile degli ormeggi. Ci riconosce e ci piazza in un posto comodissimo. Venti dinari di mancia e dopo un quarto d'ora siamo ormeggiati, con il cavo per l'elettricità collegato. Più tardi metteremo il tubo dell'acqua, ma adesso ci vuole un pò di riposo.
A Bizerta, ieri, abbiamo comperato due biciclette (109 dinari l'una al Monoprix) che ci faranno comodo per gli spostamenti nei porti.
La traina è in acqua, ma niente pesci, per ora. Le ore passano serene e nulla cambia. Verso le 2 e mezza passiamo davanti a Capo Negro, dove c'è una baietta proprio bella che è un pò casa nostra. Due anni fa, infatti, da Tabarka ci siamo andati più volte. Meno di 14 miglia e siamo a Tabarka. Alle 4 e mezza entriamo in porto, C'è qualche barca, come al solito ormeggiata male e quindi forse avremo un ormeggio scomodo. Invece, per fortuna c'è ancora Cherif, il responsabile degli ormeggi. Ci riconosce e ci piazza in un posto comodissimo. Venti dinari di mancia e dopo un quarto d'ora siamo ormeggiati, con il cavo per l'elettricità collegato. Più tardi metteremo il tubo dell'acqua, ma adesso ci vuole un pò di riposo.
giovedì 14 maggio 2009
da Kelibia a Bizerta
13 mattina, lasciamo il porto di Kelibia alle 8,30. Ieri pomeriggio, appena arrivati, ci siamo confrontati con la burocrazia tunisina. Polizia, visita doganale, moduli da riempire ecc. ecc. Cena in barca, collegamento internet per vedere la posta e il meteo e poi una notte tranquilla. La prossima tappa è Bizerta, quindi rotta sul mitico Cap Bon, che doppiamo alle 11. Le carte nautiche segnalano parecchi relitti di navi affondate, segno che la fama di Capo tosto è vera. Noi invece abbiamo poco vento in poppa, da sud-est (8-10 nodi) e onda media. Appena passato Cap Bon, bello e imponente, il vento rinforza sui 20 nodi con raffiche a 28-30. E' normale, in prossimità dei capi è quasi sempre così. Dopo il capo, sulla costa alla nostra sinistra, vediamo almeno 60 pale eoliche che girano tranquillamente per produrre energia elettrica. Invece noi (Italia) facciamo il nucleare... Andiamo avanti che è meglio. L'ecoscandaglio ci segnala il passaggio di molti pesci, ma la traina non acchiappa...speriamo. Passiamo vicino all'isola El Kebir, deserta. Vento da sud, stabile sui 22-24 nodi. Direzione Cap Farina, a 26 miglia, dove arriviamo alle 4 del pomeriggio. Il mare si è spianato un poco e la navigazione è veramente piacevole. Rotta verso ponente. Stiamo andando verso il tramonto che si annuncia spettacolare. Avrà un significato? Superato il porticciolo di Ras Zebib, quando abbiamo fatto 66 miglia e ne mancano solo 8 per Bizerta, lo scirocco che, con alti e bassi ci ha accompagnato tutto il giorno, rinforza improvvisamente a 30-32 nodi con rafficoni a 38. Non era previsto. E' bello tosto. Riduciamo molto la superficie velica esposta (grande lode a chi ha inventato il rollafiocco e il rollaranda) e in un'ora siamo dentro al grande porto di Bizerta. Un ormeggiatore ci chiama e ci fa attraccare in un posto che non mi piace. E' turco e non parla francese e fargli capire che voglio un posto più tranquillo è difficile. Alla fine ci riesco e, dopo aver cambiato posto, belli cotti dal sole e dalla stanchezza andiamo a cena al ristorante sul porto a 50 metri dalla barca. La guida turistica segnala che si mangia bene. E' vero. Un pò caro per essere in Tunisia, ma per noi meno di una birra e una pizza. Da quando siamo partiti da Monastir abbiamo fatto circa 200 miglia e non abbiamo preso neanche una sardina. Siamo sotto media. A quando il primo pesce quest'anno?
martedì 12 maggio 2009
da Pantelleria a Kelibia
Martedì 12 maggio, lasciamo Pantelleria, con rammarico, alle 8 del mattino. Siamo rimasti tre giorni sull'isola e il viaggio deve continuare.
Pantelleria è bellissima, selvaggia al punto giusto.
Sabato mattina abbiamo avuto la bella sorpresa di veder arrivare, proprio all'ormeggio di fianco a noi, Alain e Nadine, una allegra coppia di francesi conosciuti quest'inverno in Tunisia.
Ci eravamo salutati a Monastir, noi diretti a Pantelleria poi Kelibia, Tabarka e infine Cagliari, loro Lampedusa, Malta, Agrigento poi Grecia.
Hanno cambiato la prima tappa, allungando il percorso, per venire a Pantelleria per stare ancora qualche giorno con noi. Che belle persone si incontrano nei porti!
Domenica mattina, insieme, abbiamo affittato una Panda e fatto il giro dell'isola. Nere rocce laviche che disegnano una costa affascinante e poi, verso sud, il monte più alto dell'isola, più di 800 metri.
Boschi di conifere, simil-Svizzera. Bello bello. Questa mattina alle 6 loro sono partiti verso Sciacca, e noi, due ore dopo, verso Kelibia. 40 miglia*.
Sole, aria frizzante da sud-est (10-11 nodi*), non c'è una nuvola. Invece c'è un pò di mare, segno che ieri c'è stato vento. Con randa* e genoa*, al lasco*, andiamo sui 4 nodi. Piano.
Con un poco di motore, in aiuto alle vele, saliamo a 6 nodi e inoltre ricarichiamo le batterie e si scalda l'acqua nel boiler per una bella doccia più tardi. Bene così.
Verso le 11 parecchie nuvole bianche a tratti ci coprono il sole e fa subito fresco. Il vento, sempre da sud-est, rinforza a 16-18 nodi, di conseguenza onde più alte, ma si naviga bene, in tutta tranquillità.
A 16 miglia da Kelibia vediamo molti pescherecci. La nostra traina è in acqua, ma niente pesci. Quest'anno comincia male per la pesca!
C'è un poco di foschia e poi vediamo la collina di Kelibia. Siamo a 13 miglia. All'una le nuvole se ne sono andate tutte. Sole pieno e la Tunisia è lì, a poco più di 6 miglia.
Entriamo in porto alle due. C'è posto a fianco di una barca di francesi come la nostra. Ormeggio e poi le consuete lunghe pratiche di ingresso in Tunisia alla polizia e alla dogana.
Alle 4 finalmente doccia.
Per chi non conosce alcuni termini marinari:
miglio = 1852 metri
nodo = indica la velocità, un nodo uguale un miglio in un'ora
randa = la vela grande dietro l'albero
genoa = la vela grande davanti all'albero
lasco = andatura portante, il vento viene da tre quarti dietro
Pantelleria è bellissima, selvaggia al punto giusto.
Sabato mattina abbiamo avuto la bella sorpresa di veder arrivare, proprio all'ormeggio di fianco a noi, Alain e Nadine, una allegra coppia di francesi conosciuti quest'inverno in Tunisia.
Ci eravamo salutati a Monastir, noi diretti a Pantelleria poi Kelibia, Tabarka e infine Cagliari, loro Lampedusa, Malta, Agrigento poi Grecia.
Hanno cambiato la prima tappa, allungando il percorso, per venire a Pantelleria per stare ancora qualche giorno con noi. Che belle persone si incontrano nei porti!
Domenica mattina, insieme, abbiamo affittato una Panda e fatto il giro dell'isola. Nere rocce laviche che disegnano una costa affascinante e poi, verso sud, il monte più alto dell'isola, più di 800 metri.
Boschi di conifere, simil-Svizzera. Bello bello. Questa mattina alle 6 loro sono partiti verso Sciacca, e noi, due ore dopo, verso Kelibia. 40 miglia*.
Sole, aria frizzante da sud-est (10-11 nodi*), non c'è una nuvola. Invece c'è un pò di mare, segno che ieri c'è stato vento. Con randa* e genoa*, al lasco*, andiamo sui 4 nodi. Piano.
Con un poco di motore, in aiuto alle vele, saliamo a 6 nodi e inoltre ricarichiamo le batterie e si scalda l'acqua nel boiler per una bella doccia più tardi. Bene così.
Verso le 11 parecchie nuvole bianche a tratti ci coprono il sole e fa subito fresco. Il vento, sempre da sud-est, rinforza a 16-18 nodi, di conseguenza onde più alte, ma si naviga bene, in tutta tranquillità.
A 16 miglia da Kelibia vediamo molti pescherecci. La nostra traina è in acqua, ma niente pesci. Quest'anno comincia male per la pesca!
C'è un poco di foschia e poi vediamo la collina di Kelibia. Siamo a 13 miglia. All'una le nuvole se ne sono andate tutte. Sole pieno e la Tunisia è lì, a poco più di 6 miglia.
Entriamo in porto alle due. C'è posto a fianco di una barca di francesi come la nostra. Ormeggio e poi le consuete lunghe pratiche di ingresso in Tunisia alla polizia e alla dogana.
Alle 4 finalmente doccia.
Per chi non conosce alcuni termini marinari:
miglio = 1852 metri
nodo = indica la velocità, un nodo uguale un miglio in un'ora
randa = la vela grande dietro l'albero
genoa = la vela grande davanti all'albero
lasco = andatura portante, il vento viene da tre quarti dietro
sabato 9 maggio 2009
da Monastir a Pantelleria
Usciti dal marina di Monastir alle 5,45 del mattino di venerdì 8 maggio.
Rotta (40°) su Pantelleria (84 miglia). Poco vento da sud-est (5 nodi) poi durante la giornata sale un pochino (7-8 nodi). Abbiamo tirato fuori la randa, ma di andare a vela non se ne parla, troppo poco vento. Quindi motore a 2400 giri e velocità 7,2-7,6 nodi.
Sole, caldo, mare quasi calmo. Una bellissima giornata per riprendere a navigare dopo un inverno a mangiar pesce e riposare a Monastir.
Verso mezzogiorno, a metà strada, abbiamo incontrato cinque pescherecci tunisini, tutti nella stessa zona. Evidentemente c'è un passaggio di tonni. Noi niente. La traina è in acqua, come al solito. Vedremo.
Arriviamo al porto di Pantelleria alle 17,15. Non abbiamo pescato niente, anzi si, tre buste di plastica... Ce ne sono dovunque, anche in alto mare. Siamo proprio una generazione di animali autolesionisti!
Cerchiamo un posto nel porto vecchio. Ci sono solo sei barche, tutti stranieri (italiani, popolo di navigatori...), quindi posti comodi e larghi. Sul molo, colonnine per acqua e corrente. Non funzionano, naturalmente! Pare che appena finite abbiamo fatto il collaudo, dopodichè non hanno mai funzionato. Va bene...
C'è un bel tramonto, c'è molta quiete. Mi domando quanto casino deve esserci in agosto...
Rotta (40°) su Pantelleria (84 miglia). Poco vento da sud-est (5 nodi) poi durante la giornata sale un pochino (7-8 nodi). Abbiamo tirato fuori la randa, ma di andare a vela non se ne parla, troppo poco vento. Quindi motore a 2400 giri e velocità 7,2-7,6 nodi.
Sole, caldo, mare quasi calmo. Una bellissima giornata per riprendere a navigare dopo un inverno a mangiar pesce e riposare a Monastir.
Verso mezzogiorno, a metà strada, abbiamo incontrato cinque pescherecci tunisini, tutti nella stessa zona. Evidentemente c'è un passaggio di tonni. Noi niente. La traina è in acqua, come al solito. Vedremo.
Arriviamo al porto di Pantelleria alle 17,15. Non abbiamo pescato niente, anzi si, tre buste di plastica... Ce ne sono dovunque, anche in alto mare. Siamo proprio una generazione di animali autolesionisti!
Cerchiamo un posto nel porto vecchio. Ci sono solo sei barche, tutti stranieri (italiani, popolo di navigatori...), quindi posti comodi e larghi. Sul molo, colonnine per acqua e corrente. Non funzionano, naturalmente! Pare che appena finite abbiamo fatto il collaudo, dopodichè non hanno mai funzionato. Va bene...
C'è un bel tramonto, c'è molta quiete. Mi domando quanto casino deve esserci in agosto...
venerdì 1 maggio 2009
al mercato di Monastir
Da ottobre siamo a Monastir. In tutti questi mesi, salvo una ventina di giorni a Roma per Natale, siamo andati quasi tutti i giorni al mercato per fare la spesa. Si chiama mercato del pesce, in realtà, intorno ai banchi dei pescatori, c’è tutto. Frutta, verdura, polli, tacchini, agnello e anche manzo. Prezzi, per noi europei, incredibili. E la qualità veramente notevole. Il pesce è sempre di giornata - spesso è vivo - frutta e verdura hanno il sapore di una volta. Qualche giorno fa – siamo in primavera inoltrata – una bella sorpresa. Fuori dal mercato alcuni banchi erano colmi di fiori. Colori e profumi magnifici. Fiori di arancio, rose e altri, venduti per distillare essenze da usare in pasticceria. Proprio bello. Entrando al mercato, quantità enormi di fragole. Un dinaro e mezzo al kilo – meno di 85 centesimi di euro – e … sapore di fragola! Sui banchi del pesce in questo periodo ci sono tonni rossi e pinna gialla in quantità, scorfani enormi, rane pescatrici (coda di rospo), pesce s.pietro, calamari, seppie, sardine, sgombri, cernie, orate, saraghi e spigole – questi ultimi tre, a giudicare dalla taglia, sembrano essere di allevamento – tutto a prezzi che vanno da 2 a 15 dinari al kilo. I nostri preferiti sono la coda di rospo e il s.pietro, 6 dinari al kilo la prima, 9 il secondo (rispettivamente 3,30 e 5 euro). Ci serviamo sempre dallo stesso venditore. Bravo e veloce, ci pulisce la coda benissimo e ci prepara i filetti di s.pietro in maniera impeccabile. In definitiva, mangiando pesce freschissimo e di qualità quasi tutti i giorni – ogni tanto, per variare, pollo o tacchino -, verdura e frutta, spendiamo, in due, mediamente 20 dinari (11 euro).
Non male...
Non male...
lunedì 9 febbraio 2009
pesca alla traina
Luglio/settembre 2008.
Quasi 2500 miglia navigate e circa 2000 con la traina in acqua. Velocità media da 6,5 a 7,3 nodi. Qui di seguito il pescato:
Tonno rosso 15 kg. - tramonto, 30 m. dalla Sardegna verso Fiumara - Rapala grosso
Tonno 7,5 kg. - alba, dalla Sardegna a 30 m. da Fiumara - Rapala medio
Palamide 3,5 kg. - giorno, da Ventotene a poche miglia da Ischia - Rapala medio
Dentice 2,8 kg. - pomeriggio, 11 mt. fondo, punta sud-est Cefalonia - Rapala medio
Alalunga 6 kg. - 19,00 sud Peloponneso, prima di Kayio - Rapala medio (testa rossa)
Tonno 4 kg. - 10,30 sud Peloponneso, dopo Kayio - Rapala medio (testa rossa)
2 Lampughe 0,8 e 0,7 kg. - giorno, al largo di Zante, verso Roccella - Rapala medio (testa rossa)
Tonno 4,5 kg. - 10,00 da Favignana a 20 m. da Kelibia - Rapala medio (testa rossa)
2 Tonni 1,00 e 0,6 kg. - 11,00 da Favignana a 14 m. da Kelibia - Rapala medio (testa rossa)
Ricciola 0,4 kg. - 12,30 da El Kantaoui a 4 m. da Monastir - Rapala medio (testa rossa)
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